AENet4.0: LA DIGITAL TRANSFORMATION INSIEME AI FORNITORI

18 Dicembre 2019

AENet4.0: LA DIGITAL TRANSFORMATION INSIEME AI FORNITORI

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Ansaldo Energia, nella sua funzione di Lighthouse Plant del CFI, ha progettato e “messo a terra” un ecosistema dinamico, con al centro una piattaforma Iot. Avviando un processo di innovazione a partire dai fornitori più significativi, che possono rappresentare il volano per tutta la filiera. 900 le imprese mappate. Fra queste, 60 costituiscono la prima serie selezionata, da coinvolgere nel flusso di informazioni e scambi nella filiera AE

Ansaldo Energia produce turbine e componenti meccatroniche per centrali energetiche. Con 1,1 miliardi di ricavi nel 2018, è una delle realtà manifatturiere più dinamiche in Italia. Nel settore, è una delle quattro aziende che può fregiarsi dell’attribuzione di OEM (Original Equipment Manufacturer ovvero Produttore di apparecchiature originali).

La storica impresa ligure ha varato un importante programma di investimenti in digitalizzazione dei propri prodotti e dei relativi processi, tra i quali quello del proprio impianto produttivo di Genova (il primo Impianto Faro del Piano Industria 4.0) che coinvolge anche la filiera dei propri fornitori italiani attraverso l’iniziativa AENet 4.0. Tale filiera, come dice il Presidente Giuseppe Zampini: «costituisce l’ossatura portante di Ansaldo Energia» la quale, «è fabbrica intelligente non solo perché adotta soluzioni di A.I., ma soprattutto perché dentro e fuori la fabbrica tutto ruota  intorno l’intelligenza umana

AENet4.0

Logo AENet 4.0

Ansaldo Energia, per poter sviluppare e realizzare un progetto ambizioso come il Lighthouse Plant, ha dato impulso ad un ecosistema collaborativo e dinamico con l’obiettivo di supportare un processo di trasformazione digitale, coinvolgendo i fornitori più significativi che possono rappresentare il volano per tutta la filiera in un progetto che si chiama AENet4.0.

Il primo passo è stato quello di mappare la platea dei fornitori italiani (circa 900), selezionandone quelli considerati strategici, sia dal punto di vista degli acquisti che della trasformazione digitale, per coinvolgerli in un “assessment digitale di filiera ”, avvalendosi del supporto del Network dei Digital Innovation Hub di Confindustria coordinato da quello ligure.

In particolare, tenendo conto della distribuzione territoriale dei fornitori selezionati, sono stati coinvolti 11 DIH di 10 regioni (Liguria, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Campania, Toscana, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Umbria) che hanno supportato le imprese selezionate  nello svolgimento dell’assessment (che ha coperto anche l’aspetto della Cyber Security)

Aziende sull’onda

Il progetto di Ansaldo ha permesso di sfruttare le informazioni alimentate da circa 70 imprese coinvolte in tre fasi distinte (Wave). I risultati delle cui analisi, effettuate con il supporto degli esperti del CFI e dell’Università di Genova, sono stati presentati in tre specifici workshop, nel corso dei quali sono stati restituiti i principali gap emersi e le principali linee di azione da indirizzare per lo sviluppo di tecnologie e competenze. Il coinvolgimento della filiera, rispetto a un approccio “per singola impresa”, è sicuramente  più incisivo ed efficace  perché aumenta la consapevolezza  delle imprese di far parte di un progetto comune e le spinge a valutare e progettare gli investimenti 4.0 necessari per convergere verso il modello digitale proposto da Ansaldo.

Il presidente del comitato tecnico scientifico del Cfi Tullio Antonio Maria Tolio

Sulla base di questa esperienza, il Cluster Fabbrica Intelligente (CFI) sta definendo le modalità di estensione di tale iniziativa alle aziende che gestiscono gli altri Lighthouse Plant ed alle loro catene di fornitura per replicare il modello AENet4.0 al fine di dare un impulso più deciso ai processi di digitalizzazione. Non a caso il presidente del comitato tecnico scientifico del CFI Tullio Tolio sottolinea:

«L’industria italiana, per progredire, ha bisogno di piattaforme aperte, che si formano nel contesto delle filiere. Favorire il progresso di queste ultime può portare alla formazione delle prime.»

La terza Wave di AENet

I risultati della terza Wave sono stati presentati a fine novembre all’auditorium di Confindustria Genova, dove molti fra i protagonisti dell’ecosistema collaborativo hanno potuto confrontarsi e farsi conoscere da un parterre di relatori, tra i quali il responsabile pianificazione e coordinamento della Divisione CDP Imprese di Cassa Depositi e Prestiti Sergio Silva-Barradas che ha ricordato:

«La Cassa ha la missione istituzionale di finanziare le aziende più innovative, e quindi anche quelle della filiera di AE. L’accordo ci permette di identificare i fornitori strategici al suo interno e di mettere a disposizione delle aziende i nostri prodotti finanziari; ciò a supporto dei processi di innovazione, crescita e internazionalizzazione (tramite la controllata Sace). Peraltro, noi siamo focalizzati sulle filiere: abbiamo siglato protocolli anche con Fincantieri, Saipem, Leonardo, Filiera Italia e Coldiretti».

AENet 4.0 Ansaldo Energia seleziona fornitori strategici

Il grado di digitalizzazione della filiera AE

Rispetto ad un campione studiato dal Politecnico di Milano, che ha definito una scala tra 0 e 5 quanto a competenza digitale, le aziende della filiera di AE si posizionano in media ad un livello appena inferiore a 3. Questo gradino di partenza viene poi messo alla prova nel lavoro quotidiano e attraverso la filiera collaborativa le singole aziende avanzano nella propria capacità di innovare ed innovarsi.

Come è emerso appunto nell’ultimo workshop, che ha analizzato i casi di alcune aziende già coinvolte nella prima Wave tra le quali la San Giorgio Seigen di Genova: il suo core-business consiste nella produzione di attrezzature e componenti di medie e grandi dimensioni per la generazione di energia, la costruzione navale, l’acciaio e le industrie petrolchimiche. Per Ansaldo è fornitore di carpenterie saldate e sta affrontando l’integrazione con il nuovo gestionale e con l’introduzione di macchine ad alta digitalizzazione al fine di abilitare l’implementazione di applicazioni di Intelligenza Artificiale e Machine Learning. O come Comutensili di Torino, azienda attiva dal 1976 con 70 lavoratori, due stabilimenti in Piemonte e una sussidiaria in Brasile. Grazie al consolidamento del modello di Cyber Security tale azienda è riuscita a superare un severo processo di qualificazione da parte di un primario cliente internazionale che ha introdotto all’interno dei suoi processi di qualifica anche tale requisito. 

Costruire un ecosistema dinamico significa anche coinvolgere start-up innovative come Camelot Biomedical Systems di Genova, azienda  che supporta i propri clienti nel processo di Digital Transformation progettando e sviluppando soluzioni chiavi in mano in grado di estrarre valore dai dati.  La sua evoluzione è un modello interessante: da start-up del settore medicale è divenuta partner del Lighthouse Plant di AE attraverso la Call for Innovation DIGITAL X FACTORY per riposizionarsi «in una logica di scale-up» nel settore dei servizi avanzati per la manifattura. Per AE sviluppa algoritmi di intelligenza artificiale, per la manutenzione predittiva e per il controllo di qualità.

Infine, Tema Energy di Casazza (Bergamo), un’azienda con 45 dipendenti e 20 milioni di fatturato. Si occupa di bruciatori, il managing director Paolo Zani specifica cosa l’azienda fornisce ad Ansaldo «le parti calde delle turbine a gas». Normalmente questi componenti sono realizzati assemblando pezzi diversi, realizzati  in leghe di nichel e di cobalto, secondo un processo che prevede la pre-lavorazione e la saldatura. Dopo l’assemblaggio, occorrono test di collaudo, in vista della certificazione di requisiti specifici. Dopo aver partecipato alla prima Wave di AENet4.0, Tema Energy ha sviluppato un progetto in collaborazione con un altro supplier della filiera di AE, Beamit di Fornovo di Taro (Parma), che da 20 anni si occupa di additive manufacturing. Ansaldo, nel contesto di integrazione di filiera, ha favorito la collaborazione tra le due società.

«Intendiamo realizzare componenti per bruciatori con la stampa 3D – ha affermato Zani -: questa tecnica ci consente di affrontare figure geometriche complesse, che con la tecnica tradizionale avrebbero richiesto tempi lunghissimi. Insomma, così si tagliano sia i tempi che i costi, anche quelli di magazzino. Inoltre, con la stampante si possono fare delle prototipazioni.»

Sul tema si può vedere qui una videointervista che il magazine Industria Italiana ha realizzato con Luca Manuelli, CDO di Ansaldo Energia e Presidente del Cluster Fabbrica Intelligente.

 

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