L’azienda di Vincenzo Russi si prepara allo sbarco in Piazza Affari e punta forte su collaborative mobility, humanized machine e augmented human. La società, che partecipa al Cfi, sta collaborando con l’impianto faro Abb di Dalmine. L'impresa incrocia più linee di intervento della roadmap: valorizzazione delle persone nelle fabbriche, processi produttivi e sistemi di produzione evolutivi e adattivi
Un robot-postino capace di localizzarsi e di riconoscere il volto del mittente e del destinatario. Ma anche un sistema che elabora le immagini delle folle, segmentando i flussi di persone per età, genere, stato emotivo: serve a chi si occupa di retail e pubblicità. O ancora, un occhio digitale e intelligente piazzato su una macchina utensile, che indica all’operatore cosa fare con un raggio laser e gli insegna la corretta sequenza di operazioni. Innovazioni di successo; ma ciò che conta, però, è il meccanismo che ha consentito di svilupparle e portarle avanti.

Dietro c’è e-Novia, la «fabbrica di imprese» guidata da Vincenzo Russi. Le idee nascono dalla collaborazione tra gli ingegneri dell’azienda milanese e i centri di ricerca universitari specializzati in meccatronica, sistemi di controllo e tecnologie industriali. L’innovazione è sottoposta ad un controllo serrato: se il giudizio è positivo, si dà vita ad una start-up, che nasce come per gemmazione da e-Novia ed è costantemente seguita da quest’ultima su tutti i fronti.
Ora e-Novia si prepara allo sbarco in Borsa. Per renderlo possibile, è stata realizzata una raccolta, anche attraverso l’operazione di crowdfunding più importante in Italia e tra le più importanti in Europa, per iniettare nella società capitali per complessivi 30 milioni di euro. Le operazioni per l’ingresso dovrebbero iniziare, se i mercati finanziari non remeranno contro, a primavera del 2021.
e-Novia partecipa al Cluster Fabbrica Intelligente: in particolare, una start-up del portafoglio dell’azienda, Smart Robots, sta collaborando con l’impianto faro Abb di Dalmine. In tale ambito la stessa ha definito un preciso indirizzo nel proprio percorso innovativo facendo riferimento alla Roadmap del Cfi
Per e-Novia, le linee di intervento di riferimento sono tre: la valorizzazione delle persone nelle fabbriche, quella relativa ai processi produttivi innovativi e quella attinente ai sistemi di produzione evolutivi e resilienti. Di tutto ciò abbiamo parlato con il co-fondatore e Ceo di e-Novia Vincenzo Russi e con il Chief Technology Officer di Smart Robots Roberto Rossi.
Grazie a e-Novia, le idee prendono forma

Chi non conosce Yape, il postino-robot Made in Italy che porta piccoli pacchi già sperimentato a Cremona e a Milano? Uno strumento leggero, di 15 kg di peso e meno di un metro di altezza, ma capace di localizzarsi, e di riconoscere il volto sia del mittente che del destinatario? Quello guidato dagli stessi sensori che a breve rappresenteranno la spina dorsale del successo della macchina autonoma? Se ne è tanto parlato, su quotidiani e riviste di tecnologia. È lo strumento che ha sfidato il Giappone, il Paese da sempre più avanzato in questo genere di tecnologie; quello in cui sono più popolari, e accettate nel vivere comune. Ebbene, un prototipo di Yape – sviluppato insieme agli ingegneri del Politecnico di Milano – l’anno scorso ha fatto bella mostra di sé sfrecciando a 20 km all’ora tra le affollatissime vie di Minami Sōma, prefettura di Fukushima, invitato, niente di meno, che dall’operatore Japan Post. Il successo aveva aperto le porte ad una corsa al passo serrato da parte di e-Novia nel Paese del Sol Levante. L’azienda, che ha sede a Milano e a San Francisco, nel pre-Covid era pronta ad aprirne una in Giappone: «Avevamo in programma di inaugurare nel mese di marzo; – racconta Russi. Ma è solo un appuntamento rimandato, perché in quel Paese abbiamo una presenza importante. Soprattutto guardiamo ai veicoli leggeri che in Giappone vedono in azione i principali player».
Ma e-Novia significa altro. Ad esempio c’è Blimp, un sistema per elaborare le immagini delle folle, ed estrarre informazioni come il volume del pubblico, la segmentazione per età, genere, stato emotivo. A chi può interessare? Ai retailer e ai venditori di spazi pubblicitari. Se un network di telecamere è piazzato a Roma, Milano, Firenze e Napoli, chi si occupa di cartellonistica o spazi pubblicitari va sul sicuro e, poichè l’elaborazione delle immagini viene eseguita direttamente sul dispositivo, che trasmette al Cloud solo dati aggregati e anonimizzati, non c’è lesione della privacy. Secondo l’azienda, peraltro, non c’è lesione della privacy: l’elaborazione delle immagini viene eseguita direttamente sul dispositivo, trasmettendo al Cloud solo dati aggregati e anonimizzati. Le Smart City saranno fatte anche di queste cose.
Legato a e-Novia è l’occhio digitale di Smart Robots, un dispositivo intelligente che guarda l’operatore, ne interpreta i movimenti e gli indica cosa deve fare tramite una interfaccia uomo-macchina. Insegna al tecnico della macchina la corretta sequenza di operazioni e ne riconosce e previene gli errori. Lo strumento è anche integrato nel prodotto Vir.GIL di Comau, il colosso italiano della robotica attualmente nel perimetro Fca (ma Comau non farà tuttavia parte della fusione con Psa, perché sarà quotata in Borsa; ndr). «Abbiamo tra i clienti nomi celebri nel Bianco come Whirlpool, Electrolux e Cimbali. Anche l’Oil&gas è un mercato interessante e interessato soprattutto per quanto riguarda l’industria delle valvole e delle pompe. Collaboriamo inoltre con i maggiori produttori di cobot da Abb a Universal Robots, da Kawasaki a Kuka per l’utilizzo del prodotto nelle stazioni di robotica collaborativa.» Lo afferma Roberto Rossi, che è il Cto di Smart Robots, start-up controllata da e-Novia. Perché la società milanese agisce così: crea, come per meiosi imprenditoriale, i progetti e le aziende che li portino avanti.
Il matrimonio tra manifattura e scienza

Ma prima di introdurre questo argomento, e cioè il meccanismo che consente a e-Novia di prosperare, conviene considerare un dato di comune esperienza: le persone fanno le cose. Vincenzo Russi, il co-fondatore e Ceo di e-Novia, non è nato ieri. Classe 1959, è stato direttore generale in Cefriel, centro di innovazione del Politecnico di Milano ed è stato, per più di dieci anni, docente all’international Mba della scuola di management della stessa università. Ha ricoperto il ruolo di Ceo di Fila Net a Boston, società del gruppo Fila quotata a Wall Street; e ha curato nella seconda metà degli anni Novanta, l’e-business dei clienti globali di E&Y.
È stato chief digital officer di Messaggerie Italiane, la prima società italiana di retail online, e vice presidente di eDigita, la prima piattaforma italiana di distribuzione via web per l’editoria. Forse sulla scorta di questi trascorsi, Russi, dalla fondazione nel 2015 di e-Novia, ha maturato la convinzione che la tecnologia è l’asset fondamentale per l’evoluzione sociale, medico-scientifica e culturale del Paese.
Nella sua visione, occorre mettere insieme l’eccellenza della manifattura italiana con quella delle istituzioni scientifiche, in modo da dar vita ad un ecosistema competitivo in tre aree strategiche: «La collaborative mobility, soprattutto in riferimento a quella leggera e ultraleggera – chiosa Russi -; la humanized machine, quella che tende alla realizzazione di un rapporto simbiotico tra uomo e macchina grazie all’intelligenza artificiale; e la augmented human, quella relativa all’uomo aumentato, dove convergono tutte le tecnologie che consentono all’operatore di avere delle capacità che vanno oltre quelle tipicamente umane: dagli esoscheletri al gemello dell’operatore (il digital worker)».
Con e-Novia, le idee diventano aziende
e-Novia è una «enterprise factory»: produce aziende, per gemmazione. Gli ingegneri e designer della società lavorano a stretto contatto con centri di ricerca universitari specializzati in meccatronica, sistemi di controllo e tecnologie industriali. Si tratta degli atenei di Bergamo, Siena, Genova, Trento, Padova, L’Aquila, Pescara, Torino, nonché del Politecnico di Milano. Con questi centri l’azienda ha costruito relazioni e stipulato contratti per la realizzazione di attività ad alto grado di innovazione. Si individuano, congiuntamente e sulla scorta di questi studi, iniziative da sottoporre ad approfondimento: i risultati delle ricerche vengono poi tradotti in veri e propri prototipi, modelli di prova caratterizzati dall’integrazione di software e hardware – quest’ultimo costituito da elementi meccanici, biomeccanici, elettronici e altro. In pratica, il prototipo serve a dimostrare che il prodotto è materialmente realizzabile e praticabile da un punto di vista industriale.
Del prototipo se ne fa un business case, che viene presentato ad un apposito Comitato per gli Investimenti: questo stabilisce se l’idea sia in grado di affrontare il mercato, e cioè se possa trasformarsi in un’impresa. Del Comitato fanno parte nomi importanti: Vittorio Avogadro di Collobiano, Stefano Scaglia, Alessandro Foti, Luca Marzotto e Giorgio Valerio. Se la valutazione del Comitato è positiva, si fa l’impresa. «Che nasce – chiarisce Russi – con un approccio “di fabbrica”, legato alla decodificazione dei vari passaggi. Naturalmente, l’impresa si fa integrando tutte le sue funzioni tipiche: marketing, finanza, e tutto il resto». Con la costituzione della società, una quota viene devoluta agli ingegneri che si trasferiscono da e-Novia nella nuova realtà. Naturalmente, quest’ultima è comunque affiancata dalla prima. In pratica, ci sono due anime: la Invention Foundry e la Enterprise Foundry. La prima trasforma proprietà intangibile in invenzioni tangibili, la seconda trasforma invenzioni in imprese innovative.
Per Russi, «e-Novia è, di fatto, un ecosistema in continua riconfigurazione in cui i differenti portatori di interessi (fondatori, soci, investitori, imprese clienti, partecipate, università e ricercatori) operano iniettando valore ed estraendo opportunità, sempre sotto un attento governo in grado di mitigare conflitti di interesse per realizzare un obiettivo ambizioso comune».

La partecipazione di e-Novia al Cluster Nazionale Fabbrica Intelligente: i principi condivisi
I motivi della partecipazione di e-Novia al Cfi sono questi: «I nostri interessi coincidono, e poi l’aggettivo “intelligente” li racchiude bene. Intelligente sarà la fabbrica, la cui arma sarà l’AI, in quanto consente di dominare la complessità, e guiderà la rivoluzione digitale. La factory del futuro ne sarà permeata, in modo diffuso». La fabbrica intelligente, per Russi, non sarà solo resiliente, ma anche anti-fragile. «La resilienza è in fondo solo la capacità semielastica di resistere agli sforzi e tornare come prima. Occorre antifragilità, ossia la capacità di crescere nel disordine, nel caos, nella volatilità e nello stress. La factory deve trasformarsi in un organismo capace di adattarsi autonomamente alla trasformazione, e di rinforzarsi in condizioni complicate».

La collaborazione tra Smart Robots e il Lighthouse Abb di Dalmine

Smart Robots collabora con l’impianto di Dalmine, che fa parte del progetto Lighthouse Plant di Abb, uno dei quattro selezionati dal Cfi per conto del Ministero dello Sviluppo Economico insieme a quelli di Ansaldo Energia, Hitachi Rail e Ori Martin-Tenova. Dalmine rappresenta la fabbrica emblematica dell’avanzamento tecnologico del colosso svizzero-svedese, dal momento che qui da anni si sperimentano nuove tecnologie, utili anche per le altre aziende del gruppo che producono sistemi di media tensione: interruttori, quadri, misuratori, relè, pacchetti completi e service per cabine e sottostazioni. Che cosa fa Smart Robots per Dalmine?
Secondo Rossi «Smart Robots è un sistema di visione intelligente a supporto dell’operatore. A Dalmine la stazione uomo-robot mette al centro l’operatore nel contesto di un chiosco di assemblaggio per interruttori. Smart Robots aiuta a gestire questo processo. E lo fa con tecnologie che riconoscono l’operatore e ne creano un gemello digitale; e che fanno sì che il robot si comporti come un collega di lavoro dell’umano. L’attività, in questo modo, viene certificata passo dopo passo, e soprattutto si evitano le collisioni, dal momento che il robot decide quale operazione effettuare in base all’azione dell’operatore». Per Rossi, tutto ciò garantisce flessibilità al processo manifatturiero.
Smart Robots utilizza tecnologie particolari: sensori dotati di algoritmi avanzati che monitorano l’attività dell’operatore e quella del robot. Sincronizzano le azioni dell’uno e dell’altro, tenendo conto di spazi e movimenti, e possono trovare applicazione con il 95% dei cobot. Si dà grande rilievo alla sicurezza. Smart Robots funziona anche da remoto. A Dalmine, nel corso della pandemia, quando talora gli operatori esperti non potevano essere fisicamente presenti, questi si collegavano con quelli sul campo, per l’implementazione di verifiche.
Smart Robots e il GTTS3
Tra le principali iniziative del Cluster, la definizione della Roadmap, processo strategico per indirizzare la trasformazione digitale dell’industria italiana, individuando le principali necessità della manifattura italiana in termini di avanzamento tecnologico e traiettorie di sviluppo. Attualmente, sette Gruppi Tematico Tecnico Scientifici (GTTS) formati da esperti, docenti universitari e soci del cluster sono impegnati nella redazione della nuova Roadmap. Nel documento vengono individuati macro-scenari di sviluppo, le cosiddette linee di intervento.
È stata definita una matrice, che consente alle aziende di posizionarsi lungo queste direttrici in base al proprio percorso di innovazione. Rossi partecipa al GTTS3, gruppo dedicato ai Sistemi per la valorizzazione delle persone nelle fabbriche. L’obiettivo del GTTS3 è lo studio di nuove tecnologie che permettano a persone e macchine di cooperare sinergicamente, condividendo attività in modo efficiente e sicuro indipendentemente dalle caratteristiche in termini di età, sesso e stato fisiologico o patologico. Secondo Rossi, «con Smart Robots portiamo un contributo tangibile, perché da una parte si mette al centro l’attività umana, dall’altra il nostro sistema consente la certificazione del lavoro, per contenere errori e eventuali danni».
Il posizionamento di e-Novia sulla Roadmap: la valorizzazione delle persone nelle fabbriche

Secondo Vincenzo Russi, e-Novia incrocia più linee di intervento della Roadmap. Anzitutto la LI3, quella curata dal GTTS3 cui si è accennato poc’anzi. Per Russi, a parte Smart Robots, «anche altre nostre start-up, come Blimp e Yape, potrebbero riconoscersi in questo contesto».
Il posizionamento di e-Novia sulla Roadmap: i processi produttivi innovativi
Per Russi, e-Novia si posiziona anche sulla LI5, quella attinente ai processi produttivi innovativi. L’idea sottesa alla LI5 è che l’avanzamento tecnologico in questi ultimi anni è stato particolarmente elevato nell’utilizzo dell’Ict nel manifatturiero; ma ha portato ad un cambio di scenario anche dal punto di vista delle tecnologie produttive, con l’introduzione di processi innovativi che richiedono lo sviluppo di beni strumentali ad essi dedicati. Pertanto, si sta sviluppando un nuovo concetto di produzione caratterizzato da tecnologie che garantiscano la possibilità di realizzare, a costi contenuti, una gamma crescente di lavorazioni.
Il posizionamento di e-Novia sulla Roadmap: i sistemi di produzione evolutivi e adattivi
Sempre per Russi, e-Novia incrocia anche la LI6, relativa ai sistemi di produzione evolutivi e adattivi. L’obiettivo di questa linea di intervento è lo sviluppo di una nuova generazione di sistemi produttivi in grado di evolvere nel tempo e di adattarsi dinamicamente alle mutevoli condizioni di contesto, determinate dalla turbolenza della domanda, dalla rapidità dei cicli tecnologici e dalle dinamiche della situazione competitiva, vista anche nella sua evoluzione temporale.